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Fregola ai frutti di mare

Chi come me ama viaggiare lo sa bene, ci sono due fasi nella vita di un viaggiatore: quella in cui viaggia e quella in cui pensa ai viaggi. La cucina ci dà una grossa mano durante questa seconda fase. Infatti molti piatti ci trasportano coi loro sapori ed i loro profumi direttamente nella terra in cui sono nati. Quello di oggi ci porta sulle fantastiche coste della Sardegna. Da Peppi, che è tornato a casa con un pescato di molluschi e crostacei, e Pissenta, che con le sue mani grinzose ha preparato la fregula. E allora non ci resta che sederci a tavola con loro e gustarci sa fregua a sa sarda.

La fregola ai frutti di mare non è un piatto calorico, una porzione media apporta circa 450 Kcal, 56 g di carboidrati, 20 g di grassi e 20 g di proteine. Ha dunque un buon equilibrio, ed è perfetta per ogni periodo dell’anno, ma soprattutto d’estate.  [visualizer id=”1210″]

Ingredienti per 2 persone:

  • 150 g di fregola sarda
  • 200 g di cozze
  • 250 g di vongole (o arselle)
  • 150 g di gamberi
  • una manciata di pomodori datterini
  • zafferano q.b.
  • olio evo q.b.
  • 1 spicchio di aglio in camicia
  • 1 bicchiere di vino bianco
  • sedano, carote, cipolla, pomodoro per il brodo
  • prezzemolo q.b.
  • sale q.b.

Preparazione

  1. Innanzitutto pulite i frutti di mare. Fate aprire le cozze e le vongole in due diverse pentole con un dito d’acqua, dopodiché filtrate il liquido rimasto e tenetelo da parte.
  2. Pulite i gamberi, e tenete da parte le teste e le carcasse.
  3. Preparate un brodo con acqua, sedano, carote, cipolle, pomodoro, aggiungete anche il liquido dei molluschi e le teste e le carcasse dei gamberi. Portate ad ebollizione e successivamente tenetelo sul fuoco con la fiamma al minimo.
  4. Versate un filo d’olio in un tegame, aggiungete l’aglio in camicia e tostate la fregula come si fa per il risotto.
  5. Sfumate col vino bianco e portate a cottura facendo assorbire un mestolo di brodo alla volta.
  6. Controllate sulla confezione della fregula il tempo di cottura necessario. A 4 minuti dal termine aggiungete i pomodorini tagliati ed i gamberi. Aggiungete lo zafferano sciolto in due cucchiai di brodo. Completate infine anche con le cozze e le vongole. Assaggiate per regolarvi col sale e anche con la consistenza della pasta.
  7. Spegnete la fiamma lasciando leggermente liquida la fregula, e fate riposare qualche minuto di modo che assorba il rimanente liquido e si insaporisca ulteriormente.
  8. Impiattate cospargendo sulla fregula del prezzemolo tritato fresco. Se vi piace un po’ piccante potete aggiungere peperoncino o pepe.

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Curiosità

La fregola non esiste! Ma come? Allora di cosa stiamo parlando? Calma… Si tratta in realtà di un errore dell’industria alimentare. La parola sarda è fregula (o freula), che viene verosimilmente dal latino fercula, cioè briciole. Erroneamente è stata tradotta in italiano con fregola, che però (se non mi credete cercate sul dizionario) ha tutt’altro significato e non è affatto la traduzione della parola sarda. La “fregola” infatti è il periodo degli amori che si conclude con la fecondazione delle uova dei pesci, e per estensione significa quindi eccitazione, o frenesia. Niente a che vedere con la pasta in questione.

La fregula ha più di mille anni, le sue origini risalgono intorno al X secolo, probabilmente per contaminazioni commerciali con popolazioni nordafricane. È infatti molto simile al cous-cous, dal quale differisce principalmente per le dimensioni maggiori.

Ci tengo inoltre a sottolineare che lo zafferano aggiunto nella ricetta non è una stravaganza, in quanto alcune delle produzioni qualitativamente migliori di questa pianta in Italia e in Europa avvengono proprio in Sardegna (nella zona di San Gavino, VS), dove lo zafferano ha ottenuto la denominazione di origine protetta: Zafferano di Sardegna DOP.

Come fare la fregula in casa?

Per i più temerari, o per chi non la trova al supermercato e non ne vuole sapere di rinunciarvi, è possibile preparare la fregula anche a casa propria. Gli ingredienti necessari sono semplici e naturali: semola, acqua e sale. Tipicamente la fregula viene preparata in sa scivedda, un recipiente largo e fondo in terracotta con la parte interna invetriata, per renderla impermeabile. La pasta viene lavorata con un paziente ed esperto movimento rotatorio continuo, sempre nello stesso senso, versando piccole quantità d’acqua tiepida salata sulla semola, sino ad ottenere palline di grumi dalle dimensioni variabili. Le palline così ottenute vengono dapprima fatte essiccare (da 1 a 3 giorni) e poi tostate in forno, acquisendo il caratteristico aspetto brunito e il suo sapore peculiare.

Fatemi sapere se avete provato la fregula, se vi è piaciuta e cosa ne pensate della ricetta… A me non resta che salutarvi e augurarvi come al solito… buon appetito per dopo!

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